
Musicoterapia ansia e stress
La musicoterapia può essere usata per affrontare e gestire disturbi legati
all’ansia e allo stress.
È stato dimostrato che la musica agisce sul sistema nervoso autonomo e attiva la risposta del sistema endocrino, coinvolgendo la sfera psico-affettiva (studio del National Center for Biotechnology Information pubblicato nel 2013 – fonte).
Ciò permette di risolvere efficacemente problemi legati all’ansia e allo stress.
La musicoterapia è indicata per tutti i i tipi di pazienti o persone che necessitano di migliorare l'umore e curare l'ansia, anche come forma di prevenzione.
Suonare, cantare e muoversi permettono di migliorare il proprio stato d'animo e, di conseguenza, la propria relazione con se stessi e con gli altri.
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La musicoterapia è utilizzata per tutti i tipi di pazienti e persone, per curare l’ansia e migliorare l’umore. Suonare, cantare e muoversi consentono alle persone di modificare il proprio stato d’animo e relazionarsi meglio con sé stessi e con gli altri.
I musicoterapisti sono dei professionisti formati in musicoterapia che osservano e valutano come usare la musica e i suoni per sviluppare percorsi finalizzati alla salute fisica, al benessere emotivo, alla cura delle relazioni sociali, al miglioramento delle capacità di comunicazione e delle abilità cognitive.
Il musicoterapista può strutturare sessioni musicali per individui e gruppi in base alle loro esigenze e bisogni, utilizzando l’improvvisazione musicale e, prevalentemente (ma non esclusivamente) un approccio “non-verbale”, proponendo l’ascolto o l’esecuzione di musica, la scrittura di canzoni, la creazione dei testi, l’evocazione di immagini e anche l’apprendimento attraverso la musica.
Per tutte le attività, il musicoterapista fissa delle tappe di verifica e di restituzione al paziente ed eventualmente al medico che invia (o ad una equipe multidisciplinare). In base a schede di osservazioni, il musicoterapista può tener traccia e monitorare nel tempo il grado di cambiamento che il paziente sta vivendo durante la musicoterapia.
Assolutamente no. La musica e il ritmo sono dentro ogni essere vivente, indipendentemente dal fatto che si siano svolti studi musicali. Gli strumenti che vengono usati nel “setting” di musicoterapia sono accessibili a tutti (anche a persone con handicap) proprio per favorire l’interazione e il massimo coinvolgimento.
La musicoterapia a differenza di altre discipline è stata praticata anche da persone abili nella musica, magari anche nell’empatia, ma che non hanno svolto un’attività formativa in ambito clinico e molto spesso si rischia di affidarsi al professionista sbagliato.
Pietro Ferrante si è formato in Italia all’interno di un corso di formazione triennale (900 ore) e ha svolto un anno ulteriore di supervisione clinica, svolgendo numerose attività di pratica presso strutture pubbliche e private (Policlinico di Napoli, centri di riabilitazione). In Ticino, inoltre, ha svolto il percorso di formazione presso il Centro Professionale Sociosanitario, frequentando il Corso Base – Tronco Comune (Terapisti Complementari). Infine, il riconoscimento ottenuto dal RME-EMR, ente di certificazione della disciplina verso le Casse Malati Complementari, conferisce la massima credibilità e serietà alla figura professionale del musicoterapista.